PMI e digitalizzazione: l’Italia indietro rispetto ad altri Paesi europei

Le PMI italiane e digitalizzazione, servono maggiori competenze e investimenti

PMI e digitalizzazione: l’Italia indietro rispetto ad altri Paesi europei

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Le PMI presentano un livelli di produttività e digitalizzazione inferiori rispetto a quelli di altri Paesi europei.
 

Lo studio Cotec-Bei sottolinea come le PMI italiane investano pochissimo nella digitalizzazione rispetto a quanto facciano altri Paesi dell’UE. Questa situazione è determinata da molti fattori, primo tra tutti in termini di finanziamento l’offerta di soluzioni digitali risulta inaccessibile, in quanto la disponibilità del credito bancario è scarsa.
 

Alla luce di quanto detto, gli autori dello studio evidenziano la necessità di aumentare la consapevolezza e la capacità di digitalizzazione delle PMI italiane, rendere maggiormente accessibili i finanziamenti tramite il ricorso al debito o al capitale di rischio.
 

PMI e digitalizzazione: ecco ciò che potrebbe favorire un miglioramento
 

Ciò che potrebbe agevolare l’acceleramento alla transizione digitale delle PMI italiane è la promozione di una crescente sinergia tra pubblico e privato. Difatti, in questo modo la forte dicotomia esistente tra città, aree periferiche, aree industriali potrebbe essere attutita proprio grazie alla digitalizzazione dei servizi e delle attività.
 

Maggiori investimenti in formazione ICT: in Italia solo 2 imprenditori su 10 investono sulla formazione del personale in ambito ICT. Non solo serve una formazione per i giovani, ma bisognerebbe anche promuovere l’aggiornamento digitale nei confronti dei meno giovani, soprattutto per quanto riguarda gli impiegati della PA.  

 

Le PMI innovative e i loro vantaggi
 

Le PMI definite innovative, secondo quanto espresso nella L. 33/2015, che effettuano investimenti in innovazione e tecnologia possono beneficiare di questi numerosi vantaggi:
 

  • fiscalità ridotta sulla remunerazione dei dipendenti;
  • accesso a diverse forme di finanziamento tramite piattaforme di crowdfunding;
  • incentivi sugli investimenti previsti;
  • accesso agevolato al credito tramite il Fondo Centrale di Garanzia;
  • usufruire di un regime speciale in caso di perdite del capitale sociale.


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